Nascita e sviluppo

Caproni

Le Officine del Volo si trovano nello storico complesso delle Officine Aeronautiche Caproni, protagoniste di importanti mutazioni culturali, sociali ed economiche del XX secolo nella città di Milano. La loro storia è connessa alla figura dell'ingegner Gianni Caproni che, il 27 maggio del 1910, fece volare la "prima macchina volante". Dopo aver iniziato la sua attività a Vizzola Ticino, nel 1913 sceglierà l’area della cascina Taliedo, attorno a Via Mecenate, per dare vita alla sua fabbrica leggendaria.

Tale scelta fu dettata, oltre che dall’esistenza di un territorio idoneo ad un’industria aeromobile, dalla presenza di un campo militare e dell’Aerodromo d’Italia dove già dal 1910 si svolgevano gare di velocità. Inoltre, la possibilità di reperire facilmente manodopera vista la vicinanza alla città e la presenza di una linea tramviaria, determinarono l’insediamento dell’attività di Caproni in quest'area.

Ben presto le Officine Aeronautiche Caproni diventarono tra le più importanti industrie italiane di aviazione a livello mondiale.

In questo distretto l’ingegner Caproni sviluppò una struttura molto simile ad un villaggio industriale che puntò al benessere dei dipendenti e alla loro formazione professionale. Nel complesso infatti, era presente un asilo, cucine e fabbricati di servizio, oltre all’OND, L’Opera Nazionale Dopolavoro, centro ricreativo dedicato al tempo libero di chi lavorava alla Caproni. All’interno nacque anche il notiziario ricreativo delle maestranze, il cui titolo, “Senza Cozzar di Rocco”, venne coniato dal celebre Gabriele D’Annunzio. La fabbrica vide un notevole sviluppo nel corso della Prima e Seconda Guerra Mondiale, grazie alla produzione di numerosi velivoli. Dopo il primo conflitto mondiale, la Caproni sviluppò anche la produzione di velivoli ad uso civile, istituendo tra il 1919 ed il 1922, nell’aeroporto di Taliedo, i primi voli aerei per passeggeri con tratte Milano, Roma e Napoli.

Le Officine Caproni rappresentarono il più grande complesso di costruzioni aeronautiche del tempo che, con ben 45.000 addetti, raggiunse il 25% della produzione nazionale ed il 40% delle esportazioni aeronautiche nel mondo.

Al termine della Seconda Guerra Mondiale, l'opprimente crisi economica e i gravi danneggiamenti subiti dai bombardamenti, portarono alla chiusura della fabbrica. Nel 1951, cessò infatti l’attività e nel 1955 l’industria andò in liquidazione. Iniziò così il secondo insediamento industriale che vide la frammentazione del complesso, finendo così per ospitare diverse realtà lavorative.

Nel 2001, ad opera dell’Architetto Nicola Gisonda, iniziarono i lavori di recupero e restauro di un segmento della fabbrica, conducendo due anni più tardi, alla nascita delle Officine del Volo.

Restauro e progetto di riconversione

Le Officine del Volo nascono nel 2003, grazie ad un intervento di restauro e di riconversione a nuove funzionalità, durato due anni e firmato dall’Architetto Nicola Gisonda che seguì la filosofia del “non abbattere e ricostruire, ma far rinascere”. Interpretando il concetto di restauro filologico di Camillo Boito, importante architetto ed esponente del restauro della seconda metà dell’Ottocento, è stato conservato tutto ciò che era possibile conservare e recuperare, introducendo dove necessario, elementi nuovi dal carattere contemporaneo. Sono stati integrati elementi di design leggibili in tutto lo spazio: la grande scala esterna in ferro è quasi una passerella sospesa; la recinzione, in lamiera piegata di acciaio corten, disegna il profilo alare di un aereo investito e sospinto dal vento; l’ascensore, elemento modernissimo, è realizzato in cristallo ed acciaio.

I temi del restauro filologico sono stati:

  • Rifiuto del restauro stilistico; evitare ovvero di rendere impossibile distinguere le parti originali dai successivi interventi
  • Rispetto e tutela dei valori artistici e storici dell’edificio
  • L’importanza della conservazione dei segni del tempo sulle superfici e sugli elementi architettonici; definiti da Boito come “splendido sudiciume del tempo”
  • Rispetto della gerarchia degli interventi subiti dall'edificio: meglio un intervento di consolidamento e di riparazione leggibile che un mero restauro. Ogni passaggio, anche successivo all’edificazione, deve essere mantenuto a testimonianza della sua evoluzione architettonica

Il progetto ha così dato vita ad uno straordinario viaggio di sensazioni; dalla città dell’industria aeronautica, alla metropoli del lavoro moderno, dalla fatica dei primi del Novecento, alla creatività e nuova funzionalità di oggi. 

 

Bibliografia:

 

"Officine del Volo – un progetto di Nicola Gisonda. Restauro di un’architettura industriale per nuove funzionalità" di Maria Antonietta Crippa, Ferdinando Zanzottera, Gianluca Lapini, Carlo Capponi; foto di Gabriele Basilico, Matteo Piazza; Silvana Editoriale

 

"Le Officine del Volo: significativo caso di restauro dell'architettura industriale del XX secolo a Milano" di Ferdinando Zanzottera in Riprogettare l'Archeologia, a cura di Rotaract Club Milano, pag. 43-46.

 

"Luoghi" di Vito Redaelli in Storie Industriali - Passato e presente nel sud est di Milano, a cura di Stefania Aleni, Vito Redaelli, pag. 36-38.

 

"Officine del Volo" in Industrial Chic - Reconverting Spaces di Mariarosa Tagliaferri, Edizioni Gribaudo, pag. 138-145.